L’occlusione dentale

Quando le arcate vengono in contatto, come ad esempio nella deglutizione e nella masticazione, il particolare equilibrio che si crea tra denti, muscoli e scheletro dà luogo a un’occlusione.

Se questo equilibrio non è bilanciato, si crea una occlusione dentale alterata ovvero una malocclusione, con conseguenze negative non solo sull’efficienza masticatoria, ma anche sulle strutture come i denti, i muscoli e le ossa.

Possono così insorgere problemi dentari come usura anomala, a livello delle cuspidi o dei colletti, gengivali, con recessioni, dolori articolari quando si apre e si chiude la bocca, dolori muscolari, mal di testa.

Le conseguenze delle malocclusioni

Il nostro organismo può trovarsi in equilibrio anche in presenza di una malocclusione. Ma se ciò non accade o se questo equilibrio si spezza la malocclusione può generare problemi locali e a distanza.

Innanzitutto una masticazione sbagliata grava sui denti, sui muscoli, sulle articolazioni con disturbi che arrivano a incidere negativamente sulla qualità della vita perché la bocca viene utilizzata per tutte le principali funzioni che saranno rese più “difficili”.

Inoltre le malocclusioni attraverso la catena muscolo-scheletrica possono arrivare ad alterare:

  • la funzionalità oltre che del distretto cranio-cervico-mandibolare, anche delle strutture più a valle come il cingolo scapolare, il cingolo pelvico e l’area podalica che presentano una stretta interdipendenza funzionale e posturale (lingua, labbra, mandibola, muscolatura orofacciale)
  • le quattro subunità funzionali muscolo-scheletriche del corpo umano (la cranio-cervico-mandibolare, il cingolo scapolare, il cingolo pelvico e l’area podalica) mostrano una stretta interdipendenza funzionale e posturale.
  • Non vanno poi ignorati tutti i possibili disturbi/fastidi che si possono riscontrare alla colonna vertebrale. Per citare qualche esempio, possiamo ricordare tensioni ai muscoli di collo e cranio causano cifosi, mal di schiena e problemi posturali.

Cause delle malocclusioni

Le malocclusioni presentano sicuramente una componente genetica, ma la componente funzionale gioca un ruolo altrettanto importante se non maggiore.

Un esempio esplicativo sono quei comportamenti come le cosiddette abitudini viziate che non solo favoriscono l’insorgere di una malocclusione, ma sono la causa della sua recidiva in quanto difficili da controllare e modificare.

Parliamo di comportamenti quali quelli della prima infanzia come succhiarsi il dito, utilizzare il biberon o il ciuccio per un periodo prolungato oltre il terzo anno di vita, tutte abitudini che provocano una alterazione della deglutizione, quindi della postura linguale con sconvolgimento di quelle funzioni che da essa dipendono e che si confermeranno poi nell’età adulta con difficile possibilità di rieducazione.

Ricordiamo che pure il mangiarsi le unghie (onicofagia) o oggetti, come le penne, sono causa di alterazioni anche gravi dell’occlusione. 

Una menzione a parte spetta poi ad alcune parafunzioni che sono di frequente riscontro a tutte le età come il digrignamento e il serramento.

In realtà sono la faccia della stessa medaglia in quanto il primo si definisce anche bruxismo dinamico e si manifesta soprattutto durante il sonno, per parlare di bruxismo statico, quando si serrano i denti di continuo. Fondamentale in questi pazienti risulta il comprendere e far comprendere il carattere psico-somatico della parafunzione e la conseguente necessità di una terapia causale oltre che sintomatica.

Malocclusioni per perdita dei denti

Tra le malocclusioni non dimentichiamo quelle generate dalla perdita di uno o più denti con conseguente lento e progressivo sconvolgimento dell’assetto occlusale conseguenza dello spostamento incontrollato dei denti adiacenti.

Basta la caduta di un solo dente per andare ad intaccare il corretto bilanciamento occlusale. La comparsa di uno spazio vuoto all’interno dell’arcata dentale può favorire lo spostamento dei denti adiacenti causando un disallineamento che necessita di correzioni da parte dello specialista.

Nei bambini in età di permuta si deve tenere sotto controllo la caduta dei cosiddetti “denti da latte”, per evitare di perdere spazio utile per il posizionamento dei denti permanenti. Ecco perché è importante che la prima visita dal dentista avvenga in epoca precoce, 3-4 anni, serve proprio affinché abitudini viziate o alterazioni occlusali vengano al più presto “intercettate” per impedire che si stratifichino e si solidifichino nell’adulto. Trattare un bambino presenta una percentuale di successo superiore proprio per la possibilità di rieducare contemporaneamente la funzione ripristinandone l’equilibrio. Denti, ossa e muscoli in un sistema in equilibrio cresceranno in armonia.

Malocclusioni legate ai disturbi respiratori

Sicuramente vi è una correlazione anche tra i disturbi respiratori e le malocclusioni.

  • nei respiratori orali, ovvero coloro che respirano prevalentemente con la bocca. Il palato stretto va ad incidere sulla ampiezza delle cavità nasali con conseguenze sull’ossigenazione, con una maggiore sensibilità alle infezioni del tratto respiratorio e dell’orecchio con otiti, sinusiti, riniti, bronchiti. Questi soggetti vanno trattati proprio in considerazione dei miglioramenti a livello respiratorio prima che masticatorio.
  • persone non necessariamente obese che presentano particolari alterazioni dell’occlusione possono essere soggette più di altri ad apnee notturne e russamento e per questo devono essere assolutamente trattate. Ricordiamo che la respirazione corretta permette una altrettanto corretta ossigenazione del sangue, fenomeno che sta alla base di tutte le funzioni del nostro organismo.

Affollamento dentale e denti storti

Ricordiamo ancora tra le cause delle malocclusioni i cosiddetti “denti storti”, ovvero i denti che si trovano sovrapposti e disallineati e l’affollamento dentale, ovvero l’assenza di spazio tra i denti che tendono quindi a sovrapporsi l’uno sull’altro e, inevitabilmente, ad essere disallineati tra di loro. Risulterà quindi particolarmente difficile poter curare in maniera adeguata la propria salute orale. In questi casi, infatti, sono molto frequenti la comparsa di carie, di gengiviti e sanguinamento gengivale.

Tipi di malocclusione

La pratica comune distingue fondamentalmente 3 classi di malocclusioni in base al rapporto antero- posteriore tra i primi molari superiori e inferiori e tra i canini.

  • Morso coperto in cui gli incisivi superiori coprono in modo eccessivo quelli inferiori
  • Morso aperto in cui tra gli incisivi si apre un ampio spazio
  • Morso crociato in cui uno più denti dell’arcata superiore vanno a chiudere all’interno dei denti inferiori

A questi si aggiunge:

  • Affollamento o malposizione dentaria per definire i denti “storti”